Tac sulla mummia egizia di un gatto

Interessanti rivelazioni sui sacrifici e le imbalsamazioni
Alcuni animali erano generosamente curati in vita e mummificati dopo la morte, rimanendo oggetto di venerazione. Altri venivano, invece, intenzionalmente uccisi e imbalsamati, in quanto le loro mummie erano molto richieste come offerte alle divinità durante le festività religiose. I custodi dei gatti nei vari templi dedicati alla dea Bastet usavano rimuovere i piccoli prematuramente per avere più cucciolate in breve tempo e rendere questi animali disponibili per la mummificazione e rispondere alla richiesta dei fedeli.

Per capire meglio come avveniva il procedimento, un team di ricerca interdisciplinare ha avviato un'indagine su una mummia di gatto conservata presso il Museo Etnologico Missionario Francescano di Fiesole, avvalendosi della tomografia assiale computerizzata (Tac), usata normalmente per la diagnostica medica. I primi dettagli evidenti rivelano alcune lesioni alle vertebre cervicali ed alle ossa delle zampe. "Interessante sarà capire quali di queste lesioni sono dovute al sacrificio per la dea Bastet e quali al processo di imbalsamazione", spiega Donatella Lippi, dell'Università di Firenze e componente del team di ricerca di cui fanno parte anche l'Istituto di fisica applicata "Nello Carrara" del Consiglio nazionale delle ricerche, la AUSL Toscana Centro - Fondazione Santa Maria Nuova di Firenze e il Museo Missionario. La TC ha anche escluso la presenza di oggetti di pregio fra le bende.