Il cane più "letterario"? Il mastino napoletano

Incredibile ma vero. Nonostante i lineamenti duri, ispira arte e letteratura.
Può sembrare contro intuitivo, invece è così. Che se ne apprezzino o meno gli aspetti estetici e caratteriali, il Mastino napoletano è innegabilmente un cane che “fa colpo” su chiunque: quella testa enorme, come rivestita da un elmo medievale liscio incorniciato da una cotta di maglia d’acciaio (questo appaiono le grandi pieghe di pelle cascante ai lati del cranio), non può lasciare indifferenti. E infatti, persino due tra i massimi poeti e scrittori della storia italiana, Dante e Boccaccio, lo hanno celebrato. Nella storia recente del Mastino napoletano, un posto di rilievo spetta a un esemplare di nome Masaniello, da tutti gli appassionati ricordato come il “cane d’a muntagna”, in quanto nato a Santa Anastasia, un paese che sorge lungo le pendici del Vesuvio, familiarmente chiamato dai partenopei, appunto, “a muntagna”. Da Masaniello discendono molti e importanti esemplari di Mastino napoletano che hanno contribuito non poco allo sviluppo della razza, caratterizzata tra l’altro da un’andatura peculiare, con passo lento e dinoccolato, tanto da ricordare i movimenti dell’orso: il trotto, anche se lento, è di passo lungo e consente al Mastino napoletano di coprire molto terreno con una falcata. Raro, invece, il galoppo che, se si presenta, viene definito dallo standard “naturalmente goffo”…