Conosci l'intonazione del tuo gatto?

Ogni richiesta ha un suono diverso...
I gatti parlano con differenti intonazioni, tanto da far parlare gli scienziati di "dialetti felini". Suzanne Schötz, scienziata svedese a capo del team di ricerca attualmente impegnato in questo studio racconta di come tutto sia partito dall’osservazione dei suoi gatti domestici. Le sue parole sono riportate da diverse riviste, sul National Geographic e sull’Huffington Post: «I mici di casa emettono suoni diversi quando sono tristi rispetto a quando sono allegri». Poi utilizza un paragone “umano” per proseguire nella spiegazione dei risultati della sua ricerca. Spiega, infatti, che come noi, quando siamo in una stanza, riusciamo a capire perfettamente se le persone nell’altra stanno litigando o avendo una conversazione piacevole attraverso il tono della voce, senza necessariamente capire le parole, lo stesso si può fare con i piccoli felini. In poche parole,  anche il tono usato dai gatti è soggetto a interpretazione. «Sembra che i gatti - continua la linguista - riescano a cambiare l’intonazione o la melodia della loro voce in maniera cosciente, forse per mandare un determinato messaggio oppure per comunicare una specifica emozione».

La ricerca

Basandosi sugli aneddoti raccolti dai padroni, gli studiosi hanno ipotizzato anche che le intonazioni possano essere diverse a seconda del luogo, proprio come accade per i dialetti parlati dagli esseri umani. «Capire tutto ciò potrebbe essere un modo per avvicinarci ancora di più a loro, capire i loro bisogni e soddisfarli», spiega Robert Eklund, uno degli studiosi del team. Poi in una intervista la dottoressa Schötz continua a svelare elementi interessanti della sua ricerca: «Molti gatti e i loro compagni umani tendono a sviluppare una sorta di pidgin (un idioma frutto di mescolanze di linguaggi diversi) per comunicare meglio. Non sappiamo però se ci sono similarità con il linguaggio dell’area di provenienza o se il pidgin è specifico di quella particolare coppia gatto e umano. Per la ricerca Stiamo registrando sia gatti che esseri umani di due diverse regioni svedesi. In uno studio vogliamo analizzare la melodia nelle vocalizzazioni feline, per vedere se riscontriamo delle ricorrenze in determinate emozioni o in certe razze. Nel secondo studio vogliamo studiare la risposta dei gatti a linguaggi umani diversi. Preferiscono che gli si parli come bambini piccoli, o come ad adulti? Sono in grado di riconoscere una voce familiare basandosi sull’intonazione o il modo di parlare? Sono tutte cose che ancora non sappiamo.Se la maggior parte dei gatti usa lo stesso tipo di vocalizzazioni per dire ‘ho un po’di fame, vorrei fare uno spuntino’, o per dirci invece ‘ho fame da morire’, avremo iniziato a capire cosa cercano di comunicarci davvero. Forse certe razze useranno una determinata cantilena, o magari i gatti che vivono in paesi dove le persone parlano una lingua che segue una melodia specifica emetteranno vocalizzazioni diverse. Se riusciamo a capire che i gatti sono in grado di adottare queste melodie, potremmo aiutare i loro padroni a interpretare in maniera corretta i segnali dei loro animali».