Cavalcare? Tutta questione di comunicazione con "lui"

Avvertono le nostre tensioni e paure. Ci leggono dentro. I cavalli sono sensibili e con loro possiamo scoprire nuovi orizzonti emotivi. Intervista
A dire la verità, basta guardarlo negli occhi per capire che si tratta di un animale sensibile e intelligente. Ma oggi, anche diversi studi confermano che il cavallo sia dotato di un'intelligenza cognitiva e di una memoria formidabili. Lungi dall'essere solamente nozioni etologiche, dunque, queste "scoperte" scoccano, come una freccia, dai tavoli universitari alle nostre orecchie per sussurrarci che dietro a una cavalcata si cela un universo di emozioni ed esperienze. Così, per quanto già fosse lontana da noi la concezione del cavallo come mero mezzo di trasporto e dell'equitazione come uno sport, alla pari degli altri, ogni giorno che passa è un passo verso una nuova consapevolezza: con il cavallo si parla, si ascolta, si comunica e si condivide. Proprio come avviene tra esseri umani, anche se, naturalmente, in maniera diversa. Per questo la respirazione profonda, le maniere dolci, l'utilizzo di un tono di voce soave per parlargli e di un modo rilassato d porci nei suoi confronti, ci aiuteranno a instaurare con lui un rapporto empatico basato sulla reciproca serenità e rassicurazione e poi, via via sempre di più, verso un'intesa spirituale "perfetta", capace di condurci (noi, ma anche il cavallo) in un orizzonte di benessere su cui si basano anche le moderne teorie di pet therapy.
 
«Comunicare con il cavallo significa avventurarsi in un mondo più ampio di relazioni ed interazioni e compiere un atto di rispetto e di umiltà verso l'animale, tentando di imparare le sue 'leggi' piuttosto che forzarlo ad imparare le nostre - racconta l'accompagnatore equestre Andrea Rigante, grande appassionato di comunicazione equina - La comunicazione dei cavalli è complessa ed articolata. Va a toccare i tantissimi e diversi rapporti che vengono creati, coltivati o interrotti secondo gli equilibri e le necessità della comunità. Tra loro, nel branco, in libertà, questi animali molto intelligenti stabiliscono centinaia e centinaia di legami e negare ad un cavallo relazioni e scambi equivale a negare la sua stessa natura. Per questo è fondamentale instaurare un rapporto comunicativo oltre che semplicemente cavalcare».

Che tipo di animale è e come si pone nei nostri confronti?
«Il cavallo è complesso e caratterizzato da un duplice identità: timoroso e circospetto da un lato con comportamenti affini alla sua natura di animale-preda, mentre dall'altro è estremamente curioso e alla costante ricerca di nuove relazioni. Questa ambivalenza gli permette di reagire rapidamente alle minacce, ma anche di affrontare, avendone l'occasione, le novità che per natura ricerca.
L'uomo, in quanto 'predatore' è vissuto come un elemento da 'verificare': buono o cattivo? Predatore o amico? E qui la palla passa a noi... Sta a noi saperla cogliere. Fortunatamente, nella sua testa i pregiudizi non esistono».

Cavalcare è uno sport, sì, in cui si stabilisce, però, anche un legame con un animale molto intelligente. Che cosa è importante sapere prima di mettersi in sella?
«E' bene ricordare di essere di fronte ad un essere dotato di sensibilità raffinatissima e dalla personalità unica, capace quindi di percepire perfettamente i nostri stati d'animo. Perciò se siamo ansiosi, nervosi, agitati il nostro cavallo ci mostrerà ciò che siamo, come fosse uno specchio. Non bisogna sottovalutare la sua necessità di trovare sicurezza e protezione. I cavalli sono animali generosissimi, capaci di una grande empatia, ma come avviene anche nei rapporti umani è bene dare e non solo ricevere. Non dovremmo avvicinarci ai cavalli per ricaricarci in maniera univoca, dove siamo i soli a divertirci. Se il cavallo sarà appagato e confortato dalla relazione che instauriamo con lui non potremo che rimanere soddisfatti della nostra esperienza».

Ci racconta qualcosa della sua esperienza? Che cosa sono in grado di insegnare i cavalli secondo lei?
«Da 4 anni svolgo attività nel parco del Ticino, tentando di trasmettere rispetto per i cavalli e per la natura e cercando di condividere, con chi si avvicina a questo mondo, un metodo di relazione più compatibile con l'anima ancestrale di questo splendido animale. Insegno equitazione di campagna e monta etologica. I cavalli sono libertà e consapevolezza, insegnano la pazienza, a vivere il momento presente, ad ascoltarsi. Mentre si passa del tempo con loro il pensiero dovrebbe rimanere li, in quel luogo e in quell'istante, nella contemplazione dei propri stati d'animo. Insegnano sincerità, perché, oltre a non saper mentire in quanto animali, portano noi a non mentire a loro. Ma più di ogni altra cosa i cavalli insegnano a pacificare lo spirito e a ritrovare la quiete interiore».

Ha girato un film sulla scoperta della natura a cavallo, che tipo di esperienza è stata?
«Girare 'Sei piedi nel fiume' ovvero trascorrere 4 giorni immersi nella natura in compagnia di Cisco, un apalooza di 10 anni, mi ha dato la possibilità di conoscere un mondo più vasto di sensazioni, di emozioni e di ascoltare in silenzio le voci del bosco e della natura, cosa ormai sempre più difficile ma che andrebbe fatta per riscoprire, a livello emotivo, quello di cui siamo figli. Ho ritrovato una parte di me, lontano dagli affanni della vita moderna con un compagno meraviglioso. Ora il mio intento è trasmettere quanto ho avuto la fortuna di scoprire in quei pochi giorni a coloro che vogliono vivere l'equitazione non solo come uno sport ma come un vero incontro con la natura».

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Sei piedi nel fiume link video https://vimeo.com/158851025

foto di Daniele Montarfano